Stuart C. Yodufsky e Robert E. Hales in American Journal of Psychiatry 2002 159:8
Cos’è la psichiatria? La Psichiatria è un concetto che evolve continuamente che ha, storicamente, incorporato tanti e vari significati per i pazienti, i medici, ed il pubblico. J.B. Martin (1) ha tracciato l’evoluzione concettuale della specialità in America da un modello teoretico e terapeutico preponderante ad un altro nel corso del XIX e XX secolo. Melvin Sabshin (2) ha revisionato la successiva transizione e ha indicato che, a metà del XX secolo, la psichiatria si è mossa da una base della neuropatologia strutturale alla psichiatria sociale e di comunità. E conclude sul deleterio effetto di questi cambiamenti concettuali in questo modo:” Il combinarsi dell’espansione dei confini della psichiatria, la predominanza dell’ideologia sulla scienza, il campo della demedicalizzazione hanno iniziato a produrre vulnerabilità. Molti decisori divennero scettici sulla capacità degli psichiatri di diagnosticare e trattare i loro pazienti.” Nancy C. Andreasen (3) ha scritto che i rivoluzionari avanzamenti della psicofarmacologia , biologia molecolare, imaging funzionale del cervello, e genetica sono avvenuti prima della fine del XX secolo producendo la preoccupazione opposta, cioè che la psichiatria si sarebbe dovuta ipercorreggere con una restringimento progressivo del focus biologico che avrebbe portato all’estinzione l’umanesimo in questo campo. Il risultato potenziale di un tale riduzionismo biologico avrebbe potuto essere la frammentazione del prendersi cura al punto che gli psichiatri avrebbero dovuto solamente diagnosticare malattie e prescrivere medicinali, con una concomitante de-enfasi sugli aspetti psicologici e sociali causanti e inducenti la malattia mentale. Sebbene noi non siamo d’accordo, molti psichiatri e neurologi sostenevano che un tale stato, in cui c’era un localizzazione neurobiologica per ciascuna malattia e l’equivalente “una pillola per ogni problema” era già arrivato per la specializzazione sorella della psichiatria, cioè la neurologia.
La psicobiologia di Adolf Meyer (4) è di circa 100 anni fa e George L. Engel (5) ha articolato il suo approccio biopsicosociale nella pratica della psichiatria da più di un quarto di secolo. Ci dobbiamo domandare come mai nessuno dei due potenziali paradigmi potenzialmente unificanti ha dato luogo a una ridotta stigmatizzazione dei malati mentali o ad una sufficiente accettazione dei trattamenti psichiatrici nei pazienti. La risposta è chiara: ne’ la psichiatria ne’ la sua compagna neurologia possono sfuggire al fondamentale difetto della loro reale fondazione: la distinzione arbitraria e priva di basi dei disturbi del cervello in due specialità separate.
1) Martin JB: The integration of neurology, psychiatry and neuroscience in the 21st century: Am J Psychiatry 2002; 159:695-704
2) Sabshin M: Turning points in twentieth-cntury american psychiatry. Am J Psychiatry 1990; 147:1267-1274
3) Andreasen NC: Brave New Brain: Conquering Mental Illness in the Era of Genome. New York, Oxford University Press, 2001
4) Lidz T: Adolf Meyer and the development of American psychiatry 1966; 23:320-332
5) Engel GL: The need for a new medical model: a challenge for biomedicine. Science 1977; 196:129-136
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