La neuropsichiatria dell’adulto
Prima però a un cenno sulla neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza. Sembra strano che nessuno abbia notato come sia stravagante avere un neuropsichiatra infantile sino ai 18 anni e subito dopo un neurologo o uno psichiatra o un fisiatra o, più spesso, nulla. Questo nasce storicamente, nel senso che la neuropsichiatria infantile nasce proprio con l’intento di differenziarsi nettamente dalla psichiatria, o meglio neuropsichiatria, di allora. Siamo alla fine degli anni ’50 e poi tutti gli anni ’60. E’ allora che nasce la specializzazione medica con le prime Cattedre sull’insegnamento universitario. E’ un periodo connotato da una fortissima impronta “organicista” della neuropsichiatria (allora: clinica delle malattie nervose e mentali) con al centro il manicomio. E’ quindi quasi naturale che la nuova disciplina si basi essenzialmente sulle teorie psicoanalitiche e si tenga al di fuori delle mura “cattive” dell’ospedale psichiatrico. Nel 1976 cessa la specializzazione medica in clinica delle malattie nervose e mentali e nascono la neurologia e la psichiatria, distinte. Nel 1978 viene emanata la celeberrima legge 180 e, subito dopo, viene istituito il Sistema Sanitario Nazionale.
A distanza di 50 anni i due mondi, dell’infanzia ed adolescenza e dell’adulto, si guardano ancora con sospetto. Sono due Universi distinti, che parlano lingue diverse, che poco si conoscono e spesso che si dicono male l’uno dell’altra. Potrà anche sembrare strano ai non addetti ai lavori, ma la distanza fra queste due figure non è inferiore a quella esistente fra uno psichiatra ed un chirurgo generale. Tutto questo ad onta dell’evidenza che si tratta di discipline molto simili, quasi sovrapponibili, e che è certo che un grave disturbo infantile diventerà, prima o poi, un disturbo dell’adulto.
Ma il problema più grave, secondo me, è proprio in questo termine “neuropsichiatra”. E’ ora che vi siano neuropsichiatri dell’adulto, dato che è ormai scontato che il naturale dualismo corpo/mente è una pura illusione. E’ veramente difficile, e direi pure nocivo, operare distinzioni fra neuropsichiatri infantili, neurologi, psichiatri (ed anche fisiatri, a questo punto) in situazioni come i frequentissimi disturbi del neurosviluppo. La direzione comunque è quella.
E infatti il più recente manuale di Neurologia Clinica, di Bonuccelli e Barone, del 2021, presenta (per la prima volta, a mia notizia) un capitolo dedicato alla neuropsichiatria (il diciannovesimo e penultimo).
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