Mismatch Negativity in Response to Auditory Deviance and Risk for Future Psychosis in Youth at Clinical High Risk for Psychosis
La deviazione della risposta uditiva al mismatch negativity (o negatività da discordanza) e il rischio di psicosi nei giovani ad alto rischio clinico di psicosi
Holly K. Hamilton, PhD1,2; Brian J. Roach, MS1; Peter M. Bachman, PhD3; Aysenil Belger, PhD4; Ricardo E. Carrión, PhD5,6,7; Erica Duncan, MD8,9; Jason K. Johannesen, PhD10; Gregory A. Light, PhD11,12; Margaret A. Niznikiewicz, PhD13,14; Jean Addington, PhD15; Carrie E. Bearden, PhD16,17; Kristin S. Cadenhead, MD11; Barbara A. Cornblatt, PhD5,6,7,18; Thomas H. McGlashan, MD10; Diana O. Perkins, MD4; Ming T. Tsuang, MD, PhD11; Elaine F. Walker, PhD9,19; Scott W. Woods, MD10; Tyrone D. Cannon, PhD10,20; Daniel H. Mathalon, PhD, MD1,2
JAMA Psychiatry, online 2022
Questa è davvero difficile da spiegare. La tecnica stavolta è prettamente neurofisiologica e sostanzialmente si tratta di un (banale) elettroencefalogramma. In realtà è estremamente sofisticata e difficile. Si inviano una serie di stimoli uditivi diciamo ritmici. Poi inaspettatamente si interrompe il ritmo con qualcosa di diverso. A questo stimolo strano (oddball) segue, in modo inflessibile, un onda negativa corticale che si può registrare (e lo si fa da decenni). Qui si studiano le varie caratteristiche di questa specifica onda.
Ancora una volta: neuropsichiatria.
Questo è un tipico articolo pubblicato su una grande rivista internazionale di psichiatria. Ce ne sono moltissimi analoghi. Se al posto di Psychosis (cioè psicosi, follia) mettiamo, tanto per dire, malattia di Alzheimer o di Parkinson o epilessia o autismo lo possiamo progettare e poi pubblicare su una grande rivista internazionale di neurologia (ma anche di neurofisiopatologia). Non c’è alcuna differenza.
Dunque potremmo pensare che psichiatria, neurologia e neurofisiopatologia siano, almeno a livello di ricerca, la stessa cosa. Non è così. La differenza però non sta nei modelli di ricerca o di interpretazione, bensì nel modo con cui si “ascolta” il cosiddetto paziente (o il “malato”). Gli psichiatri dovrebbero (il condizionale è d’obbligo) ascoltare le interpretazioni che il singolo da’ su di se’ e sul suo mondo. Che poi sarebbe il “vissuto”. Fine.
Comments